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I CARRETTIERI GENOVESI
I CARRETTIERI GENOVESI SUL LAGO DI VARESE
Domenica 4 ottobre 2009, in occasione del 1° Raduno Nazionale Attacchi gli ampi spazi e i prati erbosi delle Scuderie di Mustonate di Lissago (VA) hanno assistito già dal mattino a un continuo andirivieni di mezzi, persone, cavalli, carrozze d’epoca e repliche.
Tra Hackney e Welsh Cob, Gelder, Tinker e Frisoni, ecco comparire dai camion dei Soci dell’Associazione Carrettieri Genovesi una coppia di Croati e tre T.P.R.; insieme a una cavalla derivata Franches Montagnes e Bardigiano, saranno i protagonisti più insoliti della giornata.
Nel pomeriggio, quando le varie categorie hanno iniziato a sfilare sotto gli occhi attenti della giuria, la rapida eleganza delle carrozze, dei calesse, dei breck da caccia ha dovuto ben presto lasciare uno spazio anche agli attacchi da lavoro, in quest’occasione rappresentati per la maggior parte da quelli originali genovesi.
I CARRETTIERI GENOVESI from Emilio Gamba on Vimeo.
L’attenzione del pubblico ma anche, bisogna dirlo, dei partecipanti alla manifestazione, si è spostata immediatamente sul rumoroso ingresso in campo dei Carrettieri: la prima ad affrontare la discesa caracollando avvolta da un tintinnio di rulloni e sonagliere e variopinta di coccarde e ponpon è stata la barra (leggi, in genovese, bara) di Roberto Repetto: un carro a due ruote, con sponde e senza šerpa trainato dai tre T.P.R. attaccati in trena, affiancato ognuno da un Carrettiere abbigliato con brodda (ampia casacca di tela blu-azzurra), pantaloni con le tasche tipiche “alla carrettiera” (con l’apertura orizzontale, profonde…) e l’immancabile cappello “alla trentina”.
A seguire, il furgone di Carlo Canegallo, cui erano attaccati in pariglia i due magnifici Croati vestiti di tutto punto con finimenti da sfilata di rara bellezza e integrità.
Completava la presenza genovese sulle sponde del lago di Varese la rarissima biga (carro adibito al trasporto di animali vivi) guidata a mano da Gianfranco Spallarossa.
Osservandolo con occhi critici, l’affiancamento di tipologie di attacchi con destinazioni d’uso così differenti si potrebbe paragonare a un’incursione di T.i.r. in un raduno di spider.
Nonostante ciò, la presenza degli attacchi da lavoro e dei cavalli da tiro pesante desta in ogni occasione curiosità e ammirato stupore.
Ciò è dovuto alla completa perdita di contatto con questa realtà ormai definitivamente scomparsa dall’orizzonte quotidiano di tutti noi.
Nella stessa città di Genova sono poche le persone che ancora ricordano la presenza dei cavalli nelle strade cittadine e all’interno del Porto dove erano impegnati, oltre che nello scarico/carico delle merci dalle navi, anche nelle manovre dei vagoni ferroviari.
Oggigiorno, l’unica possibilità che le persone hanno di rivivere l’emozione di assistere al passaggio di questi “bisonti della strada” di un tempo che fu, è data dalle manifestazioni come quella organizzata a Lissago, ma anche dalle fiere e processioni cui i Carrettieri partecipano sfoggiando i legni e i finimenti letteralmente tirati a lucido.
Elena Serrati