Menu principale:
razze cavalli
L’opera di riproposizione di un attacco tipico pugliese articolo proposto da Giuseppe Angiulli
L’opera di riproposizione che due carissimi amici hanno voluto fare, riproporre un attacco tipico pugliese nel modo più originale possibile.
Giunta Alfredo e Dell’Aera,amici accomunati dalla passione per il bell’attaccare, questa volta si sono superati, hanno riproposto in modo storico un attacco tipico pugliese come una volta, con la particolarità che se quando si lavorava con gli attacchi poteva capitare che qualche particolare non fosse in ordine, loro non avendo la necessità di lavorare, ne hanno curato i dettagli in modo scrupoloso.
L’unione fa la forza, insieme hanno restaurato un traino di quelli che ne troviamo pochi in circolazione, un traino da 8, di quelli con il cerchione di ferro da otto centimetri, portata ventotto quintali adatto ad essere tirato da tre animali.
Il traino che è d’epoca ha subito un restauro il più possibile conservativo, infatti le ruote, i lupi (le contro_stanghe) sono originali, la ferratura smontata ripulita e rimontata.
Solo una minima parte dei pezzi lignei sono stati rifatti come le stanche, che misurano la lunghezza di cinquecentotrenta centimetri, il pagliolato che era malandato e le sponde laterali.
Un opera maestosa è stata nella verniciatura in stile liberty, come solevano fare i grandi maestri durante il periodo aureo degli attacchi da lavoro, infatti la ricerca di un maestro che fosse capace di ridisegnare le molteplici foglie che decorano le ruote e non solo, hanno messo a dura prova il maestro che si è preso l’impegno di ridipingere questo capolavoro.
Il lavoro di recupero dei finimenti in modo minuzioso ha dato un risultato che solo la passione, la conoscenza, la pazienza certosina di Giuseppe ed Alfredo hanno.
Il finimento è, come si suole per un traino di queste dimensioni, a collana e poiché il tiro dei traini sino agli anni trenta del secolo scorso era effettuato da muli, sono stati cercati finimenti per muli.
Il risultato finale è stato eccellente, un finimento completo per redine completo è stato messo insieme dopo tanto lavoro, tre collane per mule che riportassero sulla cima rivestita in alpacca la stessa incisione, con sulla punta un campanello a palla (azzarin) per ogni collana, una bardella con lo stessa incisione delle collane, una braga completa di pelo di tasso, la capezza (briglia) per il mulo si stanghe e le capezze per il bilancino ed il fuorimano, tutte che avessero sui paraocchi la stessa incisione, i campanelli da appendere al sottogola delle capezze della stessa serie ma che avessero un suono diverso uno dall’altro in modo che il carrettiere anche se appisolato potesse seguire l’andamento dei muli dal tintinnio dei campanelli.
I muli di bilancino vestono una dorsiera, che permette di mantenere in posizione le tirelle, arricchita da pelo di tasso, mentre la parte rivolta verso l’esterno si riconosce perché rifinita di alpacca.
Il traino riproduce un trasportatore di vino, infatti sul traino sono montate tre botti, fissate con delle corde in canapa e tesate con un argano di legno, sulle botti è fissata la scaletta per permettere di caricare più agevolmente, mentre sulla scala fa buona guardia un cane volpino (pums) dal mantello rossiccio, sul retro del traino un otre di pelle di capra rivoltata, serviva per riempire le botti.
Una serie di sacchette con avena mista a fave e foraggio, insieme a varie corde, sono appese ad un palo ramificato posto al lato sinistro del trainiere.
Nella parte sotto il traino sono appese la lampada a petrolio ed un secchio di ferro zincato, manca l’imbuto per riempire le botti, era stato lasciato a casa all’ultimo momento.
Il tiro è quello originale tre mule martinesi, frutto di un incrocio tra cavalle murgesi ed asini di Martina Franca.
L’attacco è completo con il trainiere ed il suo aiutante in costume, anche se il copricapo della fine del milleottocento era il fez, perché la coppola o il cappello furono introdotti in Italia agli inizi del millenovecento.